Il Teatro Reale Fiammingo

IL KVC, Koninklijke Vlaamse Schouwburg, il Teatro Reale Fiammingo. Questo edificio, realizzato dall’architetto Jean Baes, in stile neorinascimentale fiammingo, è dal 1887, anno di inaugurazione, la sede del teatro fiammingo. La facciata ed i due lati del teatro sono dotati di lunghi balconi in ferro battuto che permettevano l’evacuazione simultanea di numerose persone. Nel 1894, in seguito ad una visita del Re Leopoldo II, divenne il Teatro Reale Fiammingo.

In origine l’edificio era un grande deposito lungo una delle banchine, trasformato in arsenale nella seconda metà del XIX secolo. Una compagnia teatrale , appoggiata da un movimento popolare, grazie alle sue richieste, portò alla trasformazione dell’edificio.

Distrutto da un incendio nel secondo dopoguerra, il teatro rinasce, come una fenice e riapre le sue porte nel 2006.

Per maggiori informazioni sul teatro e la programmazione clicca qui.

Il comune di Ixelles

Questo edificio dallo stile neorinascimentale italiano è dal 1849 la sede del comune d’Ixelles. Il padiglione che oggi domina la Piazza Fernand Cocq era in origine la casa di campagna Malibran, progettata dall’architetto Charles Vanderstraeten per il celebre violinista Charles de Bériot e per sua moglie, la celebre cantante d’opera, Marie Malibran.

Questo edificio, come tanti altri, raccontano storie di persone che hanno vissuto vite fantastiche e che hanno lasciato un segno indelebile grazie alla loro arte.

Seguici per poter scoprire quali altri artisti hanno vissuto o soggiornato negli antichi palazzi di Bruxelles.

Cougnou: la brioche delle feste natalizie!

In Belgio non è veramente Natale senza una bella colazione a base di cioccolata calda nella quale intingere una delle brioche più squisite he si possano immaginare: il « cougnou »!
Questo pane dolce, tipico della Vallonia, è infatti preparato nel periodo natalizio e si declina in diverse ricette per tutti i gusti: al naturale, con uvetta, con perle di zucchero o, più recentemente, con pepite di cioccolato.  La sua forma stilizzata richiama quella del bambin Gesù fasciato ed è spesso accompagnata da un altro piccolo bambinello in zucchero fondente che viene posto sopra la brioche.
Il termine « cougnou » è menzionato per la prima volta nel XVII secolo e deriverebbe da « quenieux », un piccolo pane realizzato con uova e latte già consumato in Vallonia. Questa parola deriva a sua volta da « cuneolus » (piccolo angolo), poiché la forma originaria di questa brioche nel Medioevo era triangolare ed è solo nel XVI secolo che avrebbe preso la forma attuale di bambinello. Un’altra etimologia metterebbe invece in rapporto la parola « cougnou » con la parola latina « cunae », cioè culla, sempre in riferimento al bambino.
Durante il Medioevo il cougnou veniva offerto al Signore del luogo, al sacerdote
e alle altre persone importanti del villaggio, solo nel XIX secolo cominciò ad essere distribuito come strenna ai bambini il giorno di Natale.
Una curiosità, nella cittadina di Andenne il cougnou è anche oggetto di un gioco tradizionale, originariamente una lotteria organizzata dopo la messa di mezzanotte. Oggi al posto della lotteria si organizza nei bar un gioco di carte con 10 giocatori che si dividono dei lotti degressivi di cougnou dal più grande (di ben 950 gr!), al premio di consolazione di 125 gr, chiamato « la truie », cioè la scrofa.
Non vi resta che portare un pizzico di Belgio nelle vostre case e scommettere brioche anziché soldi durante i classici giochi di carte che allietano questi giorni fra amici e parenti.

Un’atmosfera magica nelle Gallerie Reali di Bruxelles grazie agli origami (riutilizzati) di Charles Kaisin

Fino alla fine del mese di febbraio 2022 le Gallerie Reali di Bruxelles fanno da sfondo alle installazioni di Charles Kaisin, architetto e designer belga che predilige tematiche come il riciclaggio, la geometria e il movimento. Per il secondo anno consecutivo Kaisin ha decorato di origami questo luogo emblematico della città. La maggior parte degli origami sono stati creati nell’ambito di “Origami for life” con lo scopo di raccogliere fondi per cause umanitarie. Si tratta di un progetto partecipativo che ha coinvolto il pubblico, il quale è stato invitato a creare degli origami e a depositarli nelle “origami box” sparse sul territorio belga. Sul sito internet del progetto trovate infatti le istruzioni per poterne creare uno!

Lo sforzo comune di chi ha partecipato al progetto non è di certo andato sprecato in quanto gli origami sono stati riutilizzati anche quest’anno.

Nella Galleria del Re li troviamo dorati. Kaisin utilizza in questo caso l’anamorfosi, un’illusione ottica tramite la quale delle immagini deformate vengono trasformate in immagini “normali” se viste da un punto specifico. Da un certo punto di vista si può infatti osservare l’insieme degli origami che prende la forma di un cerchio. Più si cammina lungo la galleria, più le composizioni degli origami ci ricordano le fasi lunari, il tutto accompagnato dalle luci delle gallerie.

Nella Galleria della Regina sono multicolori e formano 7 sfere.

Le installazioni di entrambe le gallerie permettono di ammirare un gioco colorato che richiama la luna, la terra, il sole e…le palle dell’albero di Natale!

Vi consigliamo di passare per le gallerie ed alzare lo sguardo per ammirare gli origami. Ne troverete altri in altre parti della città, per esempio nel forum dei Musei Reali di Belle Arti del Belgio (Fine Arts Belgium) fino al 31 dicembre 2021. Per scoprire le altre installazioni nel centro di Bruxelles potete consultare il sito internet di Charles Kaisin.

Il castello di Reinhardstein e la magia del Natale

Le feste si avvicinano e ci sono luoghi che più di altri ben si prestano a farci vivere quell’atmosfera intima e un po’ magica legata al Natale e ai nivei mesi d’inverno.
Nell’immaginario collettivo i castelli fanno sicuramente parte di questa categoria e se ce n’è uno che più di altri ci fa vivere le emozioni di una candela vacillante su un letto di vischio, di una calza scozzese appesa ad un focolare scoppiettante, di mille luci fra i profumati rami di un meraviglioso albero di Natale (indubbiamente di origine ardennese!) e, perché no, di un antico presepe intagliato a mano, questo è il castello di Reinhardstein.
Sebbene la memoria del castello affondi le sue radici nel lontano 1354, anno di fondazione, è la sua storia recente che ci intriga particolarmente poiché sembra ispirata proprio ad una favola natalizia: l’ultimo proprietario è stato in effetti un appassionato professore di storia di Bruxelles, Jean Overloop, che nel 1965 scoprì le rovine di questo castello, se ne innamorò decidendo di riportarle in vita per vivere il suo sogno: abitare nel medioevo! E così, con lavoro certosino, è iniziata la ricostruzione curata nei minimi dettagli, che porta oggi Reinhardstein, con le sue torri, le sue collezioni di oggetti d’arte, le apparizioni del cavaliere nero che monta la guardia, nonché con l’incanto delle immense foreste che lo circondano, ad essere uno dei luoghi più suggestivi da visitare nelle Hautes-Fagnes (fra l’altro consigliamo la superba passeggiata che conduce, non lontano dal castello, alla cascata di Reinhardstein, la più alta del Belgio, sulle acque del torrente “Warche”).
Tocco finale: una grande caffetteria arredata in stile naturale accoglie il visitatore alla fine del tour per scaldarsi al profumo di una buona cioccolata calda!
 E per i più piccini, non dimenticate la letterina da portare a Babbo Natale che visiterà il castello il 18 e 19 dicembre 2021 dalle 11 :00 alle 16 :30.

Per maggiori informazioni: www.reinhardstein.net

In carrozza…si parte!

“Voies de la modernité”: un’esposizione interamente dedicata al treno nell’arte ai Musei Reali di Belle Arti del Belgio.

C’è chi lo sceglie come mezzo di trasporto per le proprie vacanze o chi lo prende per andare al lavoro tutti i giorni. In questo caso il treno è stato scelto come tema del festival Europalia per la versione del 2021 intitolata “Trains & Tracks”.

L’esposizione “Voies de la modernité”, che è possibile visitare fino al 13 febbraio 2022, ci permette di capire come la storia di questo mezzo di trasporto si intreccia con l’immaginario collettivo, e con gli usi e costumi della nostra società. Dapprima temuto e criticato in quanto troppo rapido o “diabolico”, il treno ha avuto in seguito un ruolo centrale nella società e nell’economia, sia belghe che europee, influendo anche sullo sviluppo delle città e dei loro quartieri.

Questo tema non poteva che avere un’influenza decisiva sull’arte. Gli artisti di diverse correnti tra cui l’impressionismo, il surrealismo e il futurismo, si sono interessati al treno e ai suoi passeggeri. In questa esposizione troviamo opere di Monet, Delvaux, de Chirico e molti altri. Oltre ai paesaggi cupi della rivoluzione industriale, il treno ha ispirato anche creazioni astratte colorate e cortometraggi che rendono questa esposizione tutt’altro che scontata.  « Treno in corsa », l’opera scelta per la locandina dell’esposizione, è dell’artista italiano Ivo Pannaggi e proviene dalla collezione di Museo Palazzo Ricci a Macerata.

Se volete organizzare una visita guidata della mostra con noi, non esitate a contattarci.

La tradizione delle couques di Dinant

Visitando la Vallonia non si può fare a meno di andare alla ricerca delle numerose specialità gastronomiche locali. Oggi ve ne vogliamo presentare una in particolare, tipica di una cittadina sulle rive della Mosa: la famosa Couque di Dinant.

Questi biscotti, simili ai mostaccioli calabresi, sono preparati a base di soli due ingredienti, farina e miele (in proporzione di circa metà e metà), che gli conferiscono una tipica consistenza molto compatta. I biscotti vengono cotti per 15 minuti in un forno preriscaldato a circa 300 °C, consentendo così al miele di caramellare. Quando si raffredda, il biscotto diventa molto duro e può essere conservato per lunghi periodi. Grazie a questa proprietà, i biscotti possono essere esposti come decorazioni o usati come ornamenti per gli alberi di Natale.Les couques assumono le forme più diverse, tanto varie quanto lo consente la fantasia dei pasticceri dinantesi : frutta, fiori, animali, paesaggi, oggetti, etc.

Per ottenere queste forme si usano ancora oggi degli stampi di legno di pero, a volte anche molto antichi e gelosamente custoditi negli atelier specializzati. Per quanto riguarda l’origine di questi particolari biscotti, essa resta a tutt’oggi un mistero. Secondo la leggenda le couques sarebbero state inventate nel XV secolo durante l’assedio della città da parte delle truppe di Carlo il Temerario: non avendo a disposizione altri ingredienti al di fuori di miele e farina, gli abitanti ebbero l’idea di sperimentare un impasto con quello che avevano nelle riserve. Poiché l’impasto così ottenuto risultò particolarmente sodo, decisero di imprimerlo nei negativi delle « dinanderie » (utensili di ottone dal nome della città di Dinant che era appunto specializzata in questa produzione), creando così le prime famose forme decorate.

Occorre però ammettere che questa ipotesi rimane infondata se si pensa che l’assedio durò solo qualche giorno e che quindi difficilmente gli abitanti arrivarono al punto di finire le scorte e soffrire la fame…Altre fonti in effetti fanno risalire la nascita delle couques al XVIII secolo, ma sempre in circostanze poco chiare, forse legate alla presenza di un’abbazia nella regione: questi centri religiosi erano spesso luoghi di diffusione di innovazioni e sapere, anche gastronomico.Qualunque sia l’origine delle couques, vi invitiamo comunque a scoprirle durante il vostro prossimo viaggio in Belgio, ma attenzione: non provate a morderle direttamente o rischierete di rimetterci un dente o due! Le couques di Dinant si degustano esclusivamente a pezzetti che si fanno sciogliere in bocca o inzuppati in un buon caffé!

Il beghinaggio di Dendermonde

Un luogo di pace per passeggiare, riflettere o semplicemente per godere di un’atmosfera unica. Come lo avrete già capito a noi piacciono particolarmente i beghinaggi e dai vostri commenti ci sembra di capire che sia lo stesso anche per voi! Sono dei luoghi meravigliosi, soprattutto durante l’autunno.

Vi proponiamo oggi il beghinaggio di Sant’Alessio (Sint Alexius) a Dendermonde. Costruito nel 1288 è arrivato ad ospitare più di duecento beghine! L’ultima che vi ha vissuto fu Ernestine De Bruyne, che morì nel 1975.

Il beghinaggio è proprio un’oasi nella città: una sessantina di case sono disposte attorno ad un cortile interno nel quale si trova un prato e la chiesa dedicata a Sant’Alessio.  

Questo di Dendermonde è uno dei beghinaggi iscritti nella lista dei siti patrimonio UNESCO. Lo è anche il Belfort di Dendermonde, un altro gioiello di questa città fiamminga. Per più informazioni, vi invitiamo a consultare il sito internet ufficiale. Per gli altri beghinaggi potete invece dare un’occhiata al sito di visitflanders.

Euro Space Center🚀: un’esperienza indimenticabile

« Houston, we have a problem… »
No, non occorre arrivare negli Stati Uniti per scoprire la storia dell’esplorazione spaziale, basta visitare la Vallonia! Più precisamente il comune di Libin, dove si trova questo formidabile parco d’attrazioni-museo recentemente rinnovato e riaperto al pubblico.
Se siete appassionati di astronomia o volete semplicemente trascorrere una giornata a provare emozioni forti, non potete mancare una visita! Lo consigliamo soprattutto alle famiglie con bambini, ma in realtà è interessantissimo per tutte le fasce di età (attenzione, le attrazioni sono accessibili ai bambini che superano i 110 cm di altezza).
Dall’immersione nelle stelle del planetario, al viaggio interattivo alla scoperta della storia dell’astronomia, passando per un’indimenticabile esperienza in realtà virtuale di Moon-walking e Mars-walking fino ad arrivare al brivido dell’accelerazione in una enorme centrifuga che simula la sensazione di un razzo in partenza per lo spazio, l’Euro Space Center è questo e molto altro.
Non vi resta che organizzare un bel week-end fra le bellezze della natura vallona e scoprire questo luogo meraviglioso! Vi consigliamo vivamente la prenotazione. Conto alla rovescia e 3-2-1…buon viaggio!😊