Quando si parla di Bruxelles è inevitabile parlare di fumetto. Oggi vorremmo rendere omaggio all’artista italiana Vanna Vinci, la quale ha saputo esportare il suo talento oltralpe. Nel 2015, grazie all’iniziativa di Philippe Decloux e dell’Associazione Art-Mural, viene lanciato un nuovo percorso di fumetti, sui muri della città, che collega i Parlamenti belgi e l’Unione Europea. Sono stati scelti 28 artisti provenienti dai 28 paesi europei. Per rappresentare l’Italia è stata scelta l’artista Vanna Vinci. Il suo murales « La bambina Magritta » si trova al n°6 di Rue du Marteau, nel comune di Saint-Josse, proprio di fronte alla Rappresentanza italiana Permanente e copre una superficie di 40m2.
Curiosi di scoprire di più sulla BD belga ed i suoi percorsi alternativi? Allora non esitare a seguire una delle nostre guide appassionate, in occasione delle prossime visite guidate.
Uno dei momenti migliori per visitare Bruges è sicuramente l’autunno. I colori delle foglie cambiano e l’atmosfera della città si trasforma per prepararsi all’inverno.
Proprio in questo periodo potrete inoltre visitare le opere della Triennale di Bruges, disseminate in tutto in centro storico. Avete ancora tempo fino al 24 di ottobre ! Per questa occasione è possibile scoprire le opere di 13 artisti ed architetti del panorama belga ed internazionale. Il titolo scelto per questa edizione, « TraumA », non si sposa di certo con l’immagine idilliaca con cui si dipinge Bruges, spesso descritta con aggettivi come romantica, silenziosa, incantata. Le opere che troverete vogliono infatti esplorare le dicotomie e le contraddizioni che spesso dei luoghi cosi emblematici nascondono: tra realtà e finzione, paradiso ed inferno, presente e passato. Il tutto si adegua all’incredibile versilità di questa città che sa accogliere ed integrare le opere nel suo tessuto urbano.
Vi mostriamo un paio di opere.
La prima si trova nel beghinaggio di Bruges ed è intitolata “Who is afraid of Natasha?”, un’opera che permette agli artisti Joanna Malinowska e C.T Jasper di esplorare l’idea di coscienza collettiva.
« Who’s afraid of Natasha? » . Foto scattata a giugno 2021.
La seconda si intitola “And the World Keeps Turining” dell’artista Nnenna Okore. Si tratta di un’installazione in PVC che ricopre la Poertoren, una torre medievale. Si tratta di una metafora del tempo che scorre in maniera ciclica ed inesorabile.
Una vista della Poertoren. Foto scattata ad agosto 2021.
Per ogni opera trovate un accurato approfondimento ed un’intervista alle persone che l’hanno creata.
Vi consigliamo di esplorare il sito internet prima di visitare la Triennale per poter conoscere meglio le opere e godere di più del paesaggio della Bruges autunnale.
A pochi passi da Bruxelles, a Sint-Pieters-Leeuw, si trova il Domanio di Coloma, un castello del XVII secolo, in stile rinascimentale. Il castello porta il nome di un ciambellano dell’Imperatrice Maria Térésa d’Austria. La sua storia inizia nel 1515, quando Leonardo Vandenhecke, assessore di Bruxelles, fece costruire una prima fortezza quadrangolare. Tra vari passaggi di proprietà e per un gioco di alleanze matrimoniali, la proprietà passa nelle mani di Jean-Charle Roose, all’epoca Capitano della Cavalleria spagnola, il quale diventa barone di Sint-Pieters-Leeuw nel 1690. Non avendo discendenti il castello è passato attraverso più proprietari fino ad arrivare alla famiglia Coloma. Il Castello è circondato da un parco di 15 ettari, che si compone di una parte alla francese, con uno stagno rettangolare, il canale ed i viali alberati ed una parte all’Inglese. Inoltre un frutteto collega la proprietà al centro del Paese. Al di là della bellissima passeggiata da fare nel parco o del gustoso pic-nic da consumare tra i meli in fiore, il Castello di Coloma è visitato per il suo giardino di rose.Più precisamente un giardino di 3000 rose. Suddiviso in 4 parti, si possono ammirare rose provenienti dall’Europa, dall’America, dall’Asia e dall’Australia. La prima parte è dedicata alle rose rosse e bianche, colori simbolo del comune; La seconda parte le rose prodotte dai fioricultori fiamminghi che sono state insignite del Premio Nazionale o Internazionale; La terza parte percorre la storia della rosa(in questa parte è messo all’onore il lavoro botanico svolto dal pioniere Louis Lens);La quarta parte, di stile paesaggistico e divisa per aree geografiche, presenta differenti esemplari venuti da tutto il mondo.
Ieri, domenica 12 settembre, ci siamo recati a Tournai per partecipare (come visitatori !) alle giornate del patrimonio vallone. Ci sembrava un’occasione unica per poter ammirare le bellezze di questa città ricca di storia. Abbiamo inoltre colto la palla al balzo per assistere ad un evento tradizionale della città : « Les 4 Cortèges de Tournai ». Durante questa sfilata di carri, bande e gruppi danzanti troviamo anche i caratteristici giganti che raffigurano i personaggi più emblematici della storia di Tournai. È proprio in questo contesto che abbiamo riflettuto su quanto questo evento tradizionale racchiude folclore e storia al tempo stesso.
Per esempio tra I giganti “spuntano” anche Childerico (Childéric), primo re (storicamente accertato) dei Franchi Merovingi e suo figlio Clodoveo (Clovis), re dei Franchi. Proprio loro fecero di questa città la capitale del loro regno ed è per questa ragione che è considerata come « la culla della Francia ». Senza contare che si tratta di una delle città più antiche del Belgio, insieme ad Arlon e Tongeren.
Per chi arriva dall’estero, Tournai può essere una piacevole scoperta ed un viaggio attraverso la storia.
Per chi vive in Belgio, Tournai può rappresentare la scusa ideale per andare oltre la semplice visita in escursione giornaliera ed assaporare in maniera più approfondita la storia di questa regione.
L’altro giorno eravamo impegnati in un sopralluogo per approfondire le nostre conoscenze sul Comune di Ixelles ed ecco che ci imbattiamo in uno spettacolare edificio sulla chaussée de Wavre al n. 141. La Maison Demeuldre è uno di quei tesori che si nascondono nei luoghi più inaspettati della Capitale. Non perdetevi la sua visita dal 16 al 19 settembre durante il Parcours d’Artistes di Ixelles. Buona visita!
La Maison Demeuldre-Coché, negozio specializzato nella vendita di servizi da tavola, fu creata circa 190 anni fa, divenendo fornitore ufficiale della Famiglia Reale sin dall’epoca di Leopoldo I, primo Re dei Belgi. Si distinse da subito dagli altri negozi della Capitale perché fu pioniera nel proporre liste di matrimonio, offrendo una vasta scelta di oggetti raffinati e ricercatissimi dalla nobilità e dalla classe borghese.Inizialmente fabbrica di porcellana, come ce n’erano molte sul territorio di Ixelles, aperta nel 1830 dal francese Charles-Christophe Windisch, passò sotto la direzione di Louis Demeuldre e di sua moglie Marthe Coché, alla fine del secolo. La fabbrica si specializzò nella creazione di cermaiche architettoniche e i proprietari si interessarono da subito alla nuova corrente artistica che stava diffondendosi in quegli anni, lo Stile Liberty. Numerosi furono i loro contatti con noti architetti Art nouveau, tra cui Victor Horta, Paul Saintenoy e Maurice Bisschops, nonché scultori come come Isidore De Rudder, Alfred Crick e Julien Dillens. Ricordiamo che la fabbrica produsse numerose porcellane e ceramiche decorative utlizzate in quel periodo per la decorazione degli edifici Liberty: uno fra tutti, le ceramiche di facciata dell’antico negozio “Old England”, oggi “Musée des Instruments de Musique” rue Montagne de la Cour a Bruxelles, realizzato da Paul Santenoy nel 1899.Nel 1905 Maurice Bisschops venne incaricato di progettare un nuovo negozio per accogliere la vendita al dettaglio (quello tutt’oggi presente al n.141 della chaussée de Wavre). La facciata in stile eclettico d’ispirazione neo-Rinascimentale, fu concepita come una facciata-vetrina, destinata ad attirare l’attenzione dei passanti. Ma quello che sorprende di più è lo stato di conservazione di alcuni decori interni in stile Liberty, come i tre superbi pannelli verticali (225 x 80 cm ognuno) in ceramica verniciata a mano a rilievo (cfr. foto), opera di Isidore De Rudder e Emile de Valeriola (colorista), rappresentanti le figure allegoriche dell’Armonia (donna con la lira e spartiti), del Colore (la donna che accarezza il pavone) e della Misura (donna con il filo di piombo).
I pannelli verticali in ceramica verniciata….che meraviglia!
Nel 1953 cessarono le attività industriali e da quel momento l’attività della Maison si è concentrata esclusivamente sulla vendita di tutto ciò che rende la decorazione della tavola una raffinata arte.
Se leggendo queste righe vi è venuta voglia di farci un salto per la vostra lista di nozze o anche solo per curiosità, dobbiamo purtroppo deludervi perché la Maison Demeuldre ha chiuso definitivamente nel 2020. Ma non disperate! Anche se i servizi in fine porcellana e i cristalli lucenti non fanno più parte dei luoghi, potete pur sempre approfittare della visita dei superbi spazi dal 16 al 19 settembre in occasione del Parcours d’Artistes di Ixelles. In effetti l’edificio è stato adibito a centro d’arte contemporanea grazie al polo creativo Talk C.E.C, attivo nella sensibilizzazione del pubblico verso la cultura, l’umanesimo e l’ambiente attraverso l’arte, che proporrà proprio in quei giorni l’esposizione pluridisciplinare “We Art XL”. Sarà quindi un’occasione imperdibile per immergersi nel dialogo fra passato e presente, in cui i decori Liberty e Neo-Rinascimentali accoglieranno temi contemporanei.
Bentornati e bentornate alla nostra rubrica « I VIP (Very Italian People) del Belgio ». Raffaela è una vera e propria colonna portante del nostro gruppo di guide. Non potevamo non farla partecipare!Tra i suoi consigli troviamo il giardino giapponese di Hasselt, quali altre sorprese ci riserva la sua intervista?
La nostra Raffaela contempla le bellezze della natura.
Come ti chiami e quanti anni hai?
Mi chiamo Raffaela e ho 43 anni.
Di dove sei ?
Di Perugia.
Raccontaci di te
Sono venuta nel 2004 per effettuare uno stage ai Musei Reali di Belle Arti, ma la vera ragione per cui avevo scelto il Belgio era il mio fidanzato, oggi mio marito, che viveva qui perché è italiano, ma nato a Bruxelles.
Qual è per te l’aspetto più bello di questo paese ?
Il clima! (scherzo ovviamente…anche se ammetto che un po’ ci si fa l’abitudine). Credo che i due aspetti che più mi hanno colpita quando sono venuta ad abitare qui siano la possibilità di trovare in uno stesso luogo tante culture diverse (per esempio adoro cucinare e qui si trovano ristoranti e ingredienti di tutto il mondo con grande facilità) e la centralità geografica che rende possibile passare anche solo un we spostandosi in auto in luoghi meravigliosi e tanto vari: bastano poco più di un paio d’ore di auto per visitare Amsterdam, Parigi, Londra, Colonia etc…
Qual è la cosa più divertente, più strana o che meno ti aspettavi del Belgio ?
La « bise »! In realtà questa usanza di baciare chiunque per dire « Buongiorno » o quando si viene presentati a qualcuno credo ci sia anche in Francia, ma in ogni modo mi trovava impreparata ogni volta che capitava l’occasione. Probabilmente i miei amici belgi mi hanno trovato un po’ « fredda » quando al posto dello schiocco di labbra allungavo la mia « gelida manina »!
Qual è il tuo luogo preferito in Belgio ?
In realtà è difficile scegliere un solo luogo: fra città storiche, castelli, parchi, musei a non finire, ristoranti per tutti i gusti, come si fa a scegliere? Vi consiglio allora un luogo che non ha niente a che vedere con il Belgio e la sua storia, ma che amo particolarmente per il mio legame con il Paese del Sol Levante: il Giardino Giapponese di Hasselt! Andateci a fine marzo/primi di aprile per festeggiare il tradizionale « Hanami » con un pic-nic sotto i fiori di ciliegio al ritmo dei tamburi « Taiko » e circondati da tanti simpatici nipponici con i loro « bento »: spaesamento garantito! Il Belgio è anche questo!
Qual è il tuo luogo preferito nel luogo in cui vivi ?
Ovviamente i Musei Reali di Belle Arti! Per il mio percorso di studi e il mio interesse per la pittura antica, non poteva che essere questo il mio luogo preferito! Passerei ore ed ore a cercare enigmi nascosti nell’iconografia dei primitivi fiamminghi, ad osservare i mille dettagli di un’opera di Bruegel o la bellezza travolgente di una tela di Rubens, ma soprattutto assaporare ancora e ancora quella intrinseca soddisfazione che sente chi ha visto dal vivo il « Marat assassinato » di David!
« Marat assassinato », conosciuta anche come « La morte di Marat », opera di Jacques-Louis David.
Nostalgia di casa: dove trovi un po’ d’Italia in Belgio ?
La Festa della Porchetta che organizza ogni anno l’Associazione degli Umbri a Bruxelles! Ogni giugno ci si riunisce al parco Malou e si assaporano le specialità della mia regione: torta al testo con il prosciutto, porchetta (viene proprio il « porchettaro » da giù!), bruschette con l’olio umbro, vino, insalta di farro, angurie! Ecco, già mi viene l’acquolina in bocca…Vi consiglio di provare! è una festa aperta a tutti, Italiani e non! Posso scegliere due luoghi? Mi auto-autorizzo (hihihihi!!). Mi sento a casa anche alla Festa di Carnevale delle Famiglie Italiane che organizzo ogni anno con l’associazione delle « Mamme Organizzatrici »! Musica, maschere, stelle filanti, animazione, karaoke con le musiche dei cartoni anni ’80, e ognuno porta una specialità di carnevale della sua regione! Divertimento garantito!
Lato gastronomia: qual è la tua birra, golosità o il tuo piatto preferito in Belgio ?
Dai uno o più consigli a chi volesse visitare il Belgio
Soprattutto in estate portatevi sempre l’ombrello, perché si passa da una giornata soleggiata alla pioggia in un batter d’occhio! Vice-versa, vestitevi a strati anche quando c’è pioggia perché a volte si passa repentinamente al sole e fa subito caldissimo!
Grazie mille Raffaela, i tuoi consigli saranno sicuramente utilissimi per i nostri lettori e le nostre lettrici!
Vuoi partecipare anche tu alla rubrica « I VIP del Belgio »? Contattaci cliccando qui!
La settimana scorsa siamo stati a Liegi e non abbiamo resistito alla delizia locale: la gaufre di Liegi! Ci siamo fermati da « Une Gaufrette Saperlipopette » e ne abbiamo prese una « nature » ed alcune alla cannella. Tra le delizie spunta anche un cuore di marzapane! Questa piccola sosta ci ha permesso di ricaricare le nostre energie per una giornata in giro per la Vallonia.Nelle interviste della rubrica « I VIP del Belgio » (che troverete su questo blog) la gaufre è particolarmente citata dagli italiani e dalle italiane che vivono in Belgio.Se volete provare a preparare questo prodotto locale, l’Ufficio Belga per il Turismo della Vallonia ci propone una ricetta che potete leggere cliccando qui.
Noi ci siamo limitati alla degustazione, che consigliamo caldamente!
Tra i numerosi artisti che brillano nel firmamento artistico del Belgio, oggi vogliamo ricordare il celeberrimo Peter Paul Rubens il quale, in realtà, nacque nel 1577 a Siegen in Germania.La famiglia, originaria della città fiamminga di Anversa, si trovava in esilio all’epoca in terra tedesca per motivi religiosi.
Pieter Paul Rubens
Ricordiamo che quella di Rubens fu un’epoca di grande radicamento del protestantesimo e che, grazie alla Controriforma, risposta cattolica a quest’ultimo, nasce il nuovo stile Seicentesco conosciuto come Barocco, di cui uno dei massimi esponenti fu proprio Rubens.Per tornare ai dettagli biografici, dopo l’infanzia trascorsa fuori dalle Fiandre, alla morte del padre, nel 1589, l’artista fece ritorno ad Anversa con la madre ed il fratello, dove ricevette una formazione umanistica e artistica e si convertì al Cattolicesimo.I legami fra Rubens e l’Italia sono tutt’altro che secondari. Nel 1600 partì per un lungo viaggio attraverso la penisola che lo portò, tra soggiorni a Venezia, Genova, Mantova, Roma, a scoprire grandi artisti del calibro di Tiziano, Michelangelo, Raffaello. Questi contatti con l’arte italiana, ma anche la passione per l’arte classica romana di cui divenne grande amatore e collezionista, contribuirono senza dubbio a plasmarne lo stile.Rientrato ad Anversa dopo 8 anni, grazie alla grande fama già conquistata, divenne presto il pittore di riferimento della corte degli Archiduchi Alberto e Isabella di Spagna, reggenti dei Paesi-Bassi spagnoli (di cui le Fiandre facevano parte), nonché, grazie alle sue doti diplomatiche e linguistiche (era poliglotta), loro ambasciatore presso varie corti europee.Acquistò una casa e un terreno nella Piazza Wapper ad Anversa e, ispirandosi all’architettura classica, trasformò la sua dimora fiamminga in un vero « palazzo » con tanto di giardini all’italiana arricchiti di numerose sculture antiche.
La sua casa-atelier, che oggi è conosciuta con il nome di Rubenshuis (di cui vi consigliamo vivamente la visita), divenne ben presto un punto di riferimento per la creazione artistica della città, vedendo la costante presenza di numerosi collaboratori e apprendisti, alcuni dei quali del calibro di Anthony van Dyck e Jacob Jordaens, che parteciparono con il Maestro all’elaborazione di centinaia di creazioni e dipinti, per committenti non solo locali (ricordiamo Nicolaas Rockox, suo amico e sindaco di Anversa e le commissioni ecclesiastiche come quelle per la Cattedrale di Nostra Signora e la Chiesa gesuita di S.Carlo Borromeo), ma anche internazionali (solo per citare alcuni esempi: i 24 dipinti sulla vita di Maria de’ Medici per il Palais du Luxembourg a Parigi o i 112 dipinti per decorare la Torre de la Parada, la palazzina reale di caccia a Madrid).Una vita ricca di esperienze insomma, allietata dalla nascita di ben 8 figli avuti dalle 2 mogli e muse Isabella Brant e Helena Fourment.All’apice della fama come artista e uomo di cultura, considerato un pari dalla nobiltà di tutta europa, tanto da ricevere ben due nobilitazioni (nel 1624 da Filippo IV di Spagna per le sue missioni diplomatiche nel Paesi Bassi settentrionali, e nel 1630 da Carlo I d’Inghilterra nominato cavaliere alla corte inglese), Rubens morì nel 1640 all’età di 62 anni nella sua casa sulla piazza Wapper di Anversa, lasciando tutti noi eredi del suo grande genio artistico.
Sapevate che nel Medioevo la cittadina di Bruges, nelle Fiandre, accoglieva numerosi residenti italiani? In effetti le floride attività economiche legate alla sua posizione strategica nel commercio marittimo fra il Nord e il Sud dell’Europa, nonché la sua fama per la produzione di oggetti di lusso destinati alle varie corti europee, richiamavano non solo mercanti da ogni dove (comprese le città di Genova e Venezia solo per citare 2 esempi), ma anche diversi banchieri, essenziali per lo svolgersi di quelle attività. La famiglia Portinari, originaria di Firenze, fu per lungo tempo rappresentate del Banco Mediceo a Bruges e, come tutte le famiglie in vista dell’epoca, amava abbellire le proprie abitazioni e gli altari delle cappelle private con raffinate opere d’arte. Iniziarono così una serie di scambi fra « Belgio » e « Italia » non più solo legati al commercio, ma anche alla produzione artistica. Se da una parte le nuove idee diffuse dall’Umanesimo e dal Rinascimento italiani cominciavano timidamente a farsi conoscere anche nelle Fiandre, dall’altra gli influssi dell’arte fiamminga penetravano direttamente nel cuore della nostra penisola anche grazie alle opere che le famiglie italiane a Bruges inviavano nelle proprie città d’origine. È questo il caso del celebre Trittico Portinari del pittore Hugo Van Der Goes che si può ammirare oggi nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Quest’olio su tavola (ricordiamo che la pittura ad olio è una delle massime innovazioni fiamminghe nell’ambito delle tecniche artistiche), eseguito nelle Fiandre per Tommaso Portinari fra il 1476 e il 1478, presenta nella pala centrale un’Adorazione dei pastori con Angeli, mentre negli sportelli laterali troviamo i Santi Tommaso (patrono del committente), Antonio Abate, Margherita, Maria Maddalena e i ritratti di Tommaso Portinari e della moglie Maria Baroncelli con i loro figli. Quest’opera era originariamente collocata sull’altare della chiesa di Sant’Egidio, annessa allo Spedale di Santa Maria Nuova fondato dai Portinari, dove giunse, via mare, nel 1483. In conclusione possiamo dire che gli scambi artistici nati grazie ai contatti commerciali fra questi due grandi poli dell’arte del ‘400, furono estremamente fruttuosi sia per l’arte italiana, i cui maestri poterono approfittare delle innovazioni provenienti dal nord Europa, che per quella fiamminga (argomento che tratteremo in un prossimo articolo). Nell’attesa di esplorare personalmente i musei e le chiese che accolgono in Belgio le opere degli artisti fiamminghi, non vi resta che approfittare delle tracce fiamminghe nella nostra bella Firenze!
Il Trittico Portinari, esposto nella Galleria degli Uffizi a Firenze
« I VIP (Very Italian People) del Belgio » è una rubrica nella quale intervistiamo gli italiani e le italiane in Belgio. Potrete trarre ispirazione per il vostro tempo libero (o per il vostro viaggio) proprio da loro! Questa settimana è il turno di Massimo, che ci racconta dove trova un po’ della sua Bologna qui in Belgio. Buona lettura! »
Come ti chiami e quanti anni hai?
Il nostro VIP Massimo
Mi chiamo Massimo Busuoli e ho 54 anni.
Di dove sei?
Di Bologna.
Qual è il tuo luogo preferito a Bruxelles?
La caratteristica di Bruxelles è che ogni quartiere, con la sua architettura e le sue atmosfere, riflette e svela l’anima stessa della città. Due sono i luoghi di Bruxelles che amo: il quartiere del Sablon e il quartiere di Matongé. Mi piace la differente percezione che ho dei due quartieri. Al Sablon e nelle sue strade laterali, come la Rue Blaes e la Rue Haute, si passeggia circondati da negozi di antiquariato e modernariato, con pezzi fantastici, i miei preferiti sono quelli di design anni ’60 e ’70, di cui sono grande appassionato. La domenica è bello passeggiare in questa zona per poi terminare più in basso, in Place Jeu de Balle e fare un salto alla particolarissima Brocante. L’atmosfera di Matongé mi piace molto. Gli abitanti conferiscono a questo quartiere una vitalità differente rispetto a quella che si può trovare in altre parti della città. L’animata passeggiata a Matongé si conclude nella Square St. Boniface. Dato il contesto di particolare bellezza, mi ricorda un cameo parigino.
Nostalgia di casa: dove trovi un po’ d’Italia in Belgio?
La copia della Fontana del Nettuno a Laeken (Bruxelles) – Foto di Guide Italiane in Belgio
A volte sento la mancanza del mio ambiente di origine, della sua spontaneità e delle sue frasi fatte. Fortunatamente qualche anno fa hanno aperto la Osteria Bolognese a Bruxelles e da allora, quando ne sento il bisogno, ci vado a pranzare. Di fatto sto un’oretta a Bologna e poi torno a Bruxelles… C’è poi un altro luogo a Bruxelles, di cui non tutti conoscono l’esistenza, che riconduce a Bologna. Nel Quartiere Reale di Laeken, vicino alla Pagoda e alla Torre giapponese, c’è una replica perfetta della Fontana del Nettuno, uno dei simboli della mia città di origine. Il motivo è semplice: si tratta di un omaggio del Re Leopoldo II all’artista Giambologna, che nel XVI secolo realizzò la fontana per la città di Bologna, il cui vero nome era Jean de Boulogne, ed era fiammingo. La copia di Bruxelles fu realizzata agli inizi del ‘900. Ogni tanto fa piacere passarci accanto e vederla immersa tra gli alberi mentre l’originale è circondata da Palazzi medievali.
Lato gastronomia: qual è la tua birra, golosità o il tuo piatto preferito in Belgio?
Amo i sapori forti! Il piatto che più mi ha intrigato della cucina Belga sono i Rognoni di Vitello alla Liégeoise. Si tratta di rognoni di vitello fritti e serviti con pancetta affumicata e funghi ed una riduzione derivante dalla cottura, con aggiunta di bacche di Ginepro. Un piatto per palati forti ma decisamente gustoso. Tra le birre, ho scoperto la Westvleteren, qualificata come la « Birra più buona del mondo ». Averla non è semplice! Occorre prenotare la propria scorta nei momenti in cui le vendite sono aperte. Si comunica la targa della macchina e bisogna presentarsi all’Abbazia stessa per il ritiro. Non è di certo come comprarla al supermercato, ma ne vale sicuramente la pena!
Una vista della bellissima piazza principale di Aalst – Foto di Guide Italiane in Belgio
Dai uno o più consigli a chi volesse visitare il Belgio
I periodi migliori per visitare il Belgio sono senz’altro Maggio e Giugno oppure Settembre-Ottobre, mesi dove la stagione è stabile e le temperature sono gradevoli. Fare base a Bruxelles e muoversi con i treni per raggiungere le altre città belghe può essere sicuramente una buona strategia, viste l’efficienza e la puntualità del sistema ferroviario Belga. Tra le città da visitare troviamo sicuramente le classiche Anversa, Gand e Bruges ma consiglierei anche un salto alla meno nota Aalst, con il suo centro storico molto bello. Da Bruxelles, sempre in treno, in un’ora e mezza siete anche a Parigi.
Grazie mille Massimo!I tuoi consigli saranno sicuramente utili per chi ci legge!
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